In questa fase lo sviluppo e il consolidamento degli schemi posturali statici e dinamici sono obiettivo formativo, si opera sulla capacità propriocettiva.
Questo processo porta a un buono sviluppo dello schema corporeo, ovvero a una rappresentazione del SE’ fondata su capacità di discriminazione propriocettiva bene sviluppata e su una memoria ricca di vissuto e, quindi, di informazioni.
Il metodo di lavoro risulta essere l’assunzione delle posture di base (retti, seduti, proni, supini, ecc..) e quelle specifiche (zenkutsu dachi, shiko dachi ecc), l’effettuazione degli schemi posturali (flessione-estensione, abduzione-adduzione,andature...) e schemi motori di base (correre, rotolare, strisciare, lanciare, afferrare.) si propone, mediata da esercizi speciali, la tecnica del karate (pugni, calci, parate...). La tecnica in questo contesto viene vista, non come un fine, ma come un mezzo per la formazione.
Questa fase del processo di
formazione ha come obiettivo l’integrazione delle
funzioni propriocettive con quelle esterocettive per
mezzo del movimento.
Si tratta dello sviluppo delle capacità tipicamente
cognitive di partire da un quadro percettivo (estero e
propriocettivo), progettare e programmare, effettuare,
controllare e valutare, memorizzare e apprendere
movimenti finalizzati a uno scopo, che nella fattispecie
consiste nell’usare il movimento adeguato alla
morfologia dell’ambiente in quel punto e che nella sua
multiformità richiede scelte continue e adattamenti.
Questo processo è caratterizzato anche da stimolazioni
efficaci per lo sviluppo dell’intelligenza spaziale,
senza la quale diventa impossibile interagire
adeguatamente in qualsiasi tipo di ambiente.
Questa fase si concretizza nella pratica di esercizi di
piccola acrobatica (capovolte, verticali, ruote ecc) e
di percorsi attrezzati, in cui l’ambiente fisico diventa
il mediatore dell’esecuzione motoria.
Questa fase è caratterizzata da vari stadi:
In questa fase è di fondamentale
importanza la comprensione del ruolo dei compagni di
pratica (in relazione collaborativa e oppositiva) per
uno svolgimento efficace e soddisfacente dei compiti
motori, che dà luogo a un apprendimento rapido delle
abilità.
Con la progressiva maturazione della capacità di operare
tutti insieme, partners e avversari, nel rispetto delle
regole, si assiste allo sviluppo della capacità di
collaborare, fondamentale nel processo di
socializzazione. In questa fase inizia la maturazione
anche della capacità di comunicare tramite il movimento.
Il percorso formativo comprende, in
una prima fase, l’utilizzazione della Tecnica come mezzo
per il conseguimento degli obiettivi formativi. Questo
però in funzione delle capacità attuali dei praticanti,
non si tratta quindi ancora del Karate inteso come
prodotto finale.
Gli elementi tecnici introdotti hanno valenze importanti
relative allo sviluppo della capacità di controllo
segmentario, contribuendo alla formazione dello schema
corporeo.
Questi ultimi rappresentano gli effettivi fondamenti su
cui costruire pratiche tecniche evolute. Sono i
costituenti essenziali della tecnica finale.
Erroneamente veniva considerato il kata (un prodotto
finale) come metodo per cominciare ad apprendere, mentre
risulta essere frutto di una costruzione tecnica operata
come qui espresso. Il kata viene realizzato facilmente
in poco tempo se sono state proposte adeguate didattiche
formative, al contrario si disperdono molte energie a
discapito di risultati marginali.
Gardner ha sottolineato l’esistenza
di una forma musicale dell’intelligenza che va
sviluppata adeguatamente.
L’esecuzione delle tecniche precedentemente apprese ora
vengono eseguite a tempo di musica. Questo tipo di
esecuzione denominata sound-karate permette di
sviluppare adeguatamente la capacità di ritmo.
Tale capacità è basilare nelle pratiche del kata e del
kumite.
Un kata senza un ritmo adeguato risulta piatto, la sua
comunicazione gestuale è senz’altro povera, di
conseguenza risulta difficile esprimere la situazione di
combattimento intrinseca all’esercizio.
Nel kumite questa capacità risulta importante poiché
occorre vsaper variare repentinamente il ritmo dei
propri movimenti in funzione delle azioni
dell’avversario, sia in difesa dove occorre aumentare la
frequenza delle reazioni in una situazione di pressing,
sia in attacco, passando da una situazione di studio ad
una risolutiva.
Il sound-karate inoltre rappresenta una pratica proficua
e di divertente esecuzione, per questo oltre che come
momento formativo risulta idoneo anche come pratica
amatoriale.
A sviluppo di quanto appreso
trovandosi ad interagire con l’ambiente e gli oggetti e
con i compagni, subentra questa fase in cui l’oggetto
risulta essere il palloncino sospeso all’altezza del
viso. Attraverso l’esecuzione sullo stesso di tecniche
che devono andare a segno/vicine, ma senza colpirlo lo
si trasforma nello strumento che permette di imparare ad
apprendere l’autocontrollo nell’esecuzione delle
tecniche.
Questo permette di gettare le basi per un combattimento
sicuro e ben rappresentativo dell’identità del karate.
Il soggetto in questo caso interagisce con il palloncino
(oggetto) muovendosi a 360° intorno ad esso (spazio)
gestendo un terzo elemento, la distanza.
Esercizio in tutta sicurezza, che grazie alla sua
caratteristica di gioco ben si adatta ai piccoli
praticanti. Il suo approccio risulta facile anche per i
più timorosi, essendo privo dei carichi emozionali
tipici del confronto diretto con l’avversario.
Nel karate la pratica situazionale è
rappresentata dal combattimento, dove il praticante deve
adeguare il proprio programma motorio in funzione
dell’avversario.
In questo contesto, che si svolge su di un piano
simbolico, le valenze personali vengono espresse in un
ambito in cui occorre saper interpretare i comportamenti
dell’avversario, per poter adottare una efficace
strategia, finalizzata al conseguimento di una simbolica
supremazia. Se i precedenti presupposti sono stati
adeguatamente interiorizzati, in questa fase saranno
espressi in maniera adeguata all’interno però di una
unità situazionale, gettando i presupposti per la
costruzione del pensiero tattico.